Edilizia scolastica: 33,7 milioni di euro per scuole più sicure e sostenibili

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Pubblicato il

03/12/2024
BlogAvvisi, Normativa

Il Ministero dell’Istruzione e del Merito ha messo sul tavolo 33,7 milioni di euro per migliorare l’edilizia scolastica in Italia. La somma, proveniente dal Fondo unico per l’edilizia scolastica, sarà distribuita per finanziare interventi prioritari su edifici scolastici pubblici. Il decreto appena pubblicato stabilisce come saranno spesi questi soldi, chi potrà beneficiarne e con quali criteri. Vediamo di cosa si tratta.

Le risorse: un puzzle ben definito

Il pacchetto di finanziamenti, suddiviso tra residui degli anni scorsi e fondi per il 2024 e 2025, ammonta a un totale di 33.703.000 euro. Una cifra da capogiro, ma già ben ripartita. La gestione delle risorse è affidata alla Direzione generale competente del Ministero, che pubblicherà a breve degli avvisi pubblici per selezionare i progetti più meritevoli.

Chi può accedere ai fondi?

Solo gli edifici scolastici pubblici sono ammessi a questa festa. I beneficiari diretti saranno gli enti locali proprietari o gestori delle scuole, ma con una condizione: devono essere pronti a mettere mano al portafoglio per coprire eventuali costi non finanziabili. Non basta chiedere, insomma, bisogna anche dimostrare di avere un impegno concreto.

Interventi prioritari: dalla sicurezza alla sostenibilità

Gli interventi finanziabili rientrano in due grandi categorie:

  1. Sicurezza sismica: Adeguamenti strutturali in base alla vulnerabilità sismica, con priorità alle zone a rischio più elevato, dalla zona 1 (alta pericolosità) alla zona 4 (bassa pericolosità).
  2. Riqualificazione energetica: Progetti per rendere le scuole più efficienti dal punto di vista energetico, purché gli edifici siano già a norma sismica.

Le priorità sono chiare: prima la sicurezza, poi l’efficienza energetica. Per i progetti di riqualificazione energetica, le scuole con la classe energetica più bassa avranno la precedenza. Un criterio che premia chi parte dal fondo della classifica.

Le regole del gioco

Il Ministero è molto chiaro: niente interventi su edifici privati, nemmeno se affittati. Inoltre, i fondi copriranno solo lavori, costi di sicurezza e IVA. Servizi e opere complementari? Ammessi, ma con finanziamenti esterni.

Gli enti locali che riceveranno i fondi dovranno garantire una gestione rigorosa, con una contabilità separata e rendicontazioni dettagliate. Le regole, insomma, non ammettono leggerezze.

Come partecipare

Entro un mese dalla pubblicazione del decreto, la Direzione generale del Ministero pubblicherà gli avvisi per la presentazione delle proposte. Questi documenti conterranno tutte le informazioni pratiche: requisiti, criteri di valutazione, costi finanziabili e scadenze. Attenzione: se un progetto ha già ricevuto fondi dal PNRR o altre fonti, sarà escluso. Niente doppioni, insomma.

Controlli, revoche e premialità

Il Ministero non si limiterà a distribuire i fondi, ma controllerà anche l’avanzamento dei lavori e la corretta esecuzione degli interventi. In caso di irregolarità o mancate rendicontazioni, i finanziamenti saranno revocati, e gli enti locali dovranno restituire le somme non utilizzate. Le economie di gara, invece, potranno essere riutilizzate solo con l’autorizzazione del Ministero.

Ulteriori risorse: un bonus a sorpresa

E se rimanessero soldi inutilizzati? Il Ministero prevede che eventuali residui o economie di gara possano essere reinvestiti per finanziare progetti che non sono stati coperti integralmente o per promuovere interventi aggiuntivi.

In conclusione

Questo decreto rappresenta un passo importante verso scuole più sicure e sostenibili, ma con regole ferree. I fondi ci sono, le priorità sono chiare e il Ministero promette controlli severi. Ora tocca agli enti locali rimboccarsi le maniche e presentare progetti solidi. Le scuole italiane meritano il meglio, ma è necessario giocare secondo le regole.

Approfondisci sul sito del Ministero

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