Asterisco e schwa a scuola? Il chiarimento della Crusca

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Redazione EduCorp

Pubblicato il

24/03/2025
BlogNormativa, Note

Negli ultimi anni, il dibattito sull’uso di simboli come l’asterisco (*) o lo schwa (ə) per rendere il linguaggio più inclusivo ha acceso discussioni in vari ambiti, inclusa la scuola. Tuttavia, quando si tratta di comunicazioni ufficiali, le regole della lingua italiana restano il punto di riferimento principale.

L’Accademia della Crusca, che di grammatica se ne intende, ha più volte ribadito che questi simboli non sono corretti nell’uso scritto, specialmente in testi istituzionali. Insomma, se il buongiorno si vede dal mattino, il buon italiano si vede dalla grammatica!

Nel dettaglio, l’Accademia spiega che:

  • L’asterisco può creare confusione nella lettura e, soprattutto, nella pronuncia. Insomma, se nessuno sa come leggerlo ad alta voce, forse non è il massimo per una comunicazione chiara.
  • Lo schwa (quella “e” rovesciata che in italiano non esiste) non è usato nemmeno in lingue che hanno questo suono nel loro sistema fonetico. Quindi, perché improvvisare?

Nei suoi pareri ufficiali, l’Accademia è stata piuttosto chiara: nelle comunicazioni istituzionali, meglio attenersi alle regole della lingua italiana. Tradotto: niente esperimenti creativi nei documenti scolastici, che rischierebbero di rendere tutto più complicato invece che più inclusivo.

Il Ministero dell’Istruzione e del Merito, prendendo spunto da queste indicazioni, invita le scuole a usare un linguaggio corretto, chiaro e accessibile a tutti, senza ricorrere a segni grafici che potrebbero creare confusione. Insomma, l’obiettivo è garantire testi leggibili e comprensibili, senza trasformarli in rebus linguistici.

Naturalmente, l’inclusività resta un valore fondamentale, ma la strada migliore è trovare soluzioni linguistiche che rispettino la grammatica senza rinunciare al rispetto per tutti.

Per ottenere ulteriori informazioni, questo è il link al quale collegarsi!

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