Il decreto che regolamenta le modalità di svolgimento dell’Esame di Stato per l’anno scolastico 2024/2025 è stato ufficializzato, e con esso, un elenco dettagliato delle discipline oggetto della seconda prova scritta e delle materie affidate ai commissari esterni. Ma non è tutto: vengono definite anche le linee guida per il colloquio orale e per le specifiche situazioni delle scuole all’estero e delle regioni con particolari norme linguistiche.
La seconda prova scritta e i commissari esterni
Innanzitutto, il decreto stabilisce le discipline che saranno oggetto della seconda prova scritta. Una notizia che farà felici molti studenti: per i percorsi di studio degli istituti secondari di secondo grado (compresi licei e istituti tecnici), la seconda prova riguarderà le competenze specifiche delle materie, mentre per gli istituti professionali si concentrerà sulle competenze in uscita. Cosa significa? In pratica, per gli studenti degli istituti professionali, la prova avrà un taglio più pratico e direttamente legato al settore di studi seguito.
In parallelo, viene definita la lista delle discipline affidate ai commissari esterni. Il decreto prevede che per le scuole italiane all’estero, la lingua straniera “veicolare” sarà sempre assegnata al commissario interno, ma ci sono eccezioni, come per i percorsi EsaBac (franco-italiano) o EsaBac Techno, dove entra in gioco anche il commissario esterno per lingua e letteratura francese.
Il colloquio
Ma passiamo alla parte che più incute timore: il colloquio orale. Secondo il decreto, l’esame orale non sarà solo una “prova di nervi”, ma avrà l’obiettivo di valutare il profilo educativo, culturale e professionale dello studente (ovvero il famigerato PECUP, che suona quasi come un caffè in tazza grande). Durante il colloquio, la commissione esaminerà le capacità del candidato di argomentare in maniera critica, utilizzando le conoscenze acquisite nel percorso di studi. Non solo: si chiederà anche di analizzare e collegare le esperienze fatte durante il percorso di orientamento e le competenze di educazione civica, un tema che ci sta particolarmente a cuore.
La commissione, quindi, non si limiterà a fare domande a freddo, ma proporrà un materiale da analizzare, scelto per favorire il dialogo interdisciplinare. Il risultato? Un colloquio che non solo “misura” le conoscenze, ma invita anche alla riflessione sulle esperienze reali e pratiche di studio.
Esami in alcuni contesti speciali
E non finisce qui: per le scuole italiane all’estero, per quelle della Valle d’Aosta, della Provincia autonoma di Bolzano e quelle con lingua di insegnamento slovena del Friuli Venezia Giulia, ci sono disposizioni particolari. In queste scuole, infatti, l’esame seguirà le norme regionali e nazionali specifiche, in linea con la tradizione e le peculiarità locali.
Un occhio attento al futuro
In definitiva, l’Esame di Stato 2025 si preannuncia come una prova che non solo testerà le conoscenze teoriche, ma darà anche spazio a una valutazione più complessa e integrata, tenendo conto delle esperienze personali e professionali degli studenti. Forse la scuola sta cercando di dire: “Non è solo quello che sai, ma anche come lo usi!” Ma senza dimenticare che ci sarà spazio per gli imprevisti, come un colloquio che può anche trasformarsi in un affascinante viaggio tra le discipline.
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