Via libera al Decreto Direttoriale n. 693 del 1° aprile 2025 che distribuisce le risorse del Fondo per l’istruzione tecnologica superiore per l’anno in corso. In tutto, si parla di poco più di 48 milioni di euro destinati a sostenere il sistema ITS Academy. Una cifra considerevole, se si pensa che parliamo di scuole ad alta specializzazione tecnologica, un ponte diretto tra scuola e mondo del lavoro.
Le prime fette, messe da parte
Una parte dei fondi viene subito messa da parte per le “spese di sistema”. Tradotto: circa 1,68 milioni di euro (il 3,5% del totale) per orientamento, anagrafe degli studenti, banca dati nazionale e monitoraggio. Un’altra fetta, pari al 2% (962mila euro), è destinata a sostenere l’evoluzione e il supporto del sistema ITS, magari per dare una rinfrescata a qualche laboratorio un po’ vintage.
Poi ci sono le borse di studio per aiutare studentesse e studenti con i tirocini obbligatori, anche all’estero. Una misura che vale 1,44 milioni di euro (3% del fondo). Per chi sogna un’esperienza formativa in azienda – o magari a Berlino o Barcellona – questa è una buona notizia.
Premi per chi fa bene (e per chi promuove le ragazze STEM)
Non manca la classica “quota premiale”: 14,4 milioni di euro, circa il 30% del fondo. Questa verrà distribuita agli ITS che ottengono buoni risultati in termini di diplomati, occupazione coerente e percorsi duali. Una formula meritocratica che guarda ai numeri – e, giustamente, anche alla qualità.
Di questi, una quota del 5% (721mila euro) è riservata a chi promuove l’iscrizione e la formazione delle studentesse, troppo spesso sottorappresentate in settori tecnico-scientifici. Altri 721mila euro vanno invece a sostenere campus multiregionali e multisettoriali: insomma, la scuola si fa ibrida, collaborativa e sempre più connessa.
Il grosso va ai territori
La fetta più abbondante – oltre 29 milioni di euro, cioè il 61,5% del fondo – viene distribuita alle Regioni per ampliare l’offerta formativa, potenziare le sedi, creare nuovi corsi (anche all’estero) e aggiornare i laboratori. Tutto questo tra settembre e novembre 2025.
Le Regioni avranno tempo fino al 30 giugno per decidere come ripartire i fondi tra gli ITS accreditati. Tra i criteri: il numero di iscritti, i diplomati negli ultimi tre anni e, non da ultimo, la buona gestione dei corsi già finanziati (e magari mai partiti…).
A ognuno la sua parte: il riparto regionale
Il decreto allega anche una lunga tabella con quanto spetta a ogni Regione. La Lombardia fa la parte del leone con oltre 12 milioni di euro, seguita dal Veneto con 5,4 milioni e dalla Puglia con 4,2 milioni. Fanalino di coda il Molise, che riceve “solo” 121.876 euro, ma anche lì, meglio pochi e ben usati che tanti e sprecati.
Infine, le regole (che non guastano mai)
Tutto ciò sarà finanziato dal capitolo 1465/1 del bilancio del Ministero dell’Istruzione e del Merito. E, per non lasciare dubbi, il decreto ricorda che le Regioni dovranno cofinanziare i piani triennali degli ITS per almeno il 30% delle risorse ricevute. Insomma, il Governo mette la spinta, ma le Regioni devono pedalare.
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