Mobilità volontaria per il personale del Ministero: cambiare sede senza troppi drammi

Scritto da

Redazione EduCorp

Pubblicato il

11/04/2025
BlogDecreti, Direttoriali, Normativa

Se hai mai sognato di cambiare aria e trasferirti a un’altra sede, magari lontano dal caos di Roma, il Ministero dell’Istruzione ha una buona notizia per te. È arrivato il Decreto sulla mobilità volontaria per il personale non dirigenziale del Comparto Funzioni Centrali. In poche parole, è il via libera a trasferirsi (per davvero!) tra le sedi del Ministero, ma con alcune condizioni, ovviamente.

Le sedi: dove si può andare

La mobilità si applica solo tra le sedi centrali del Ministero e le Direzioni Generali degli Uffici Scolastici Regionali (quindi, niente trasloco a sorpresa tra uffici locali o altre direzioni). Se hai già un piede fuori dall’ufficio, preparati a cambiare ambiente: Roma e le varie sedi degli Uffici Scolastici Regionali sono le uniche opzioni.

Chi può partecipare

Possono fare domanda tutti i dipendenti di ruolo, ovviamente quelli con contratto a tempo indeterminato (e che non sono ancora intrappolati nei famosi vincoli quinquennali di permanenza nella sede di prima destinazione). Se però hai un familiare con disabilità grave o se ti è riconosciuto qualche diritto di precedenza, le cose cambiano e puoi essere preso in considerazione.

Come funziona la procedura

La mobilità è un po’ come un concorso: ogni anno, l’Amministrazione pubblica un avviso con le sedi disponibili e il numero di posti. Puoi fare domanda per una sola sede (quindi niente maratone di scelte) e devi seguire tutte le istruzioni altrimenti rischi l’esclusione. Insomma, ci vuole un po’ di impegno nella burocrazia. Ma niente paura, basta seguire la guida passo dopo passo (non dimenticarti di firmare tutto con una bella dichiarazione sostitutiva!).

La graduatoria: chi ha più punti?

Una volta che hai presentato la domanda, scatta il momento delle graduatorie. E qui, come in ogni buona selezione, ci sono dei criteri per decidere chi merita di più:

· Anzianità di servizio (sempre la solita, no?)

· Esigenze familiari

·  E, naturalmente, una serie di precedenze (come per esempio chi ha bisogno di assistenza a un familiare).

·  Se hai parità di punteggio, la posizione in classifica dipenderà da chi ha più anni di esperienza nel Ministero. Se proprio siete sullo stesso livello, c’è sempre la maggiore età anagrafica che potrebbe fare la differenza (la saggezza, a volte, conta!).

I tempi e le regole

Le domande devono essere inviate entro i termini stabiliti nell’avviso (niente invii last minute, insomma). Se non rispetti le modalità o i tempi, la tua richiesta verrà cestinata senza pietà. E attenzione, le domande non vanno inviate prima della pubblicazione ufficiale dell’avviso (non siamo in un mondo perfetto, ma nemmeno in un mondo dove si può fare tutto e subito).

E se non sei tra i fortunati?

Se finisci nelle graduatorie ma non c’è posto per te, pazienza. Puoi sempre sperare che l’anno prossimo ci siano più posti disponibili o che qualche collega decida di cambiare idea e lasciare la sua sede.

In caso di contestazioni, c’è sempre la possibilità di fare ricorso al giudice del lavoro (però speriamo che non serva). In sostanza, un trasferimento ministeriale è possibile, ma occorre seguire la procedura con molta attenzione. Sì, ci sono regole, ma se tutto va secondo i piani, alla fine la nuova sede ti aspetta!

Per ottenere maggiori informazioni, collegarsi a questo link.

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