Il Ministero dell’Istruzione ha finalmente svelato le regole per l’assegnazione dei contributi alle scuole paritarie per l’anno scolastico 2024/2025 con il Decreto Ministeriale n. 17 del 31 gennaio 2025. Ecco cosa cambia (e cosa resta uguale) per queste istituzioni che fanno parte del sistema educativo italiano, ma che, come spesso accade, non sono finanziate direttamente dallo Stato.
Chi sono le scuole destinatarie?
I contributi sono riservati a tutte le scuole paritarie – dall’infanzia alla secondaria di secondo grado – che possiedono il riconoscimento di parità per l’anno scolastico 2024/2025. Ma non finisce qui: c’è una bella sorpresa per chi fa le cose “senza scopo di lucro”, cioè secondo quelle modalità che non puntano a fare soldi, ma solo a garantire un servizio educativo.
Un finanziamento che arriva a più di 500 milioni di euro
Per il 2025, il Ministero ha stanziato ben 500,3 milioni di euro per le scuole paritarie. La ripartizione avverrà tra gli Uffici scolastici regionali (USR) e la Regione Autonoma della Valle d’Aosta. La divisione non sarà casuale, ma proporzionata a tre fattori: il numero di scuole, il numero delle classi e il numero degli studenti. Insomma, più scuole, più studenti, più fondi.
Le risorse verranno distribuite così: il 15% in base al numero delle scuole, il 35% secondo le classi, e il 50% in base al numero degli studenti. Un sistema che premia chi ha più “presenza” sul territorio e un maggior numero di allievi.
Un piano regionale ad hoc
Ogni Regione, tramite i Direttori Generali degli Uffici scolastici, avrà il compito di preparare un piano di assegnazione dei contributi. Ecco la parte interessante: le scuole dell’infanzia avranno la priorità nella distribuzione dei fondi, seguite dalle scuole primarie e, infine, dalle scuole secondarie. Un po’ come un “salto generazionale” dove i più piccoli arrivano per primi.
Attività “non commerciale” e requisiti di accesso
Un punto fondamentale è che i contributi verranno erogati principalmente alle scuole che svolgono attività in modalità “non commerciale”. Questo significa che le scuole non devono distribuire utili tra soci o amministratori, né fare profitti a scopo privato. La missione deve essere esclusivamente educativa, e se ci sono utili, devono essere reinvestiti per migliorare i servizi scolastici. Insomma, niente guadagni extra a meno che non siano strettamente necessari per il miglioramento delle attività didattiche.
Attenzione agli studenti con disabilità
Per quanto riguarda le scuole che accolgono bambini con disabilità, c’è un capitolo speciale. Il Ministero ha stanziato 163,4 milioni di euro per queste scuole, con una ripartizione che premia sia il numero di allievi con disabilità, sia la loro percentuale rispetto al totale degli studenti. Un aiuto concreto per le scuole che si impegnano a garantire un’istruzione inclusiva, a prescindere dalle difficoltà.
Cosa significa tutto questo per le scuole?
Per le scuole paritarie, il decreto porta in dote una somma importante che darà sicuramente una boccata d’ossigeno. Ma la strada per ottenere il contributo non è priva di ostacoli. Ogni scuola dovrà aggiornare regolarmente i propri dati nel sistema informativo ministeriale, ed è bene che si prepari a eventuali controlli a campione. In altre parole, la trasparenza e la regolarità nei dati sono la chiave per accedere ai fondi.
In conclusione
Il Decreto Ministeriale 17 offre un’opportunità interessante per le scuole paritarie, ma non senza qualche “compito” da svolgere. Le scuole dovranno essere pronte a dimostrare che operano con modalità non commerciali, che non distribuiscono utili e che sono impegnate a garantire un’educazione di qualità, inclusiva e accessibile a tutti. Se tutto va secondo i piani, le scuole paritarie potranno contare su un 2024/2025 all’insegna di maggiori risorse e opportunità.
Per ottenere maggiori informazioni, collegarsi a questo link.