Presentato a Londra, durante il Bett Global UK, il report di TEHA Group e IBM evidenzia le sfide legate al divario di competenze nell’adozione dell’intelligenza artificiale.
Durante il keynote al Bett Global UK della scorsa settimana, il relatore ha posto l’accento sul futuro dell’intelligenza artificiale nell’istruzione e ha presentato un nuovo report, “Educational Pathways for the AI Transition in Skills and Jobs“, elaborato da The European House-Ambrosetti in collaborazione con IBM.
Vale la pena sottolineare un passaggio cruciale dell’intervento di Justina Nixon-Saintil, Vice President of Chief Impact Officer di IBM: nonostante l’aumento dell’uso di soluzioni basate sull’IA, il divario di competenze costituisce ancora un grosso ostacolo per la sua adozione su larga scala.
Il relatore ha poi illustrato le raccomandazioni principali per affrontare questa sfida. Ecco i punti chiave:
Promuovere l’educazione sull’IA a tutti i livelli
È fondamentale integrare concetti di IA nei programmi educativi, con particolare attenzione a competenze trasversali come il pensiero critico, l’etica e la risoluzione dei problemi. Viene sottolineato che la collaborazione con insegnanti e università sarà decisiva per una corretta diffusione della tecnologia.
Sostenere le piccole e medie imprese (PMI)
Le PMI hanno bisogno di risorse specifiche per la formazione, di standard chiari e di accesso a finanziamenti per implementare l’IA. L’obiettivo è stimolare innovazione e crescita attraverso un’adozione diffusa della tecnologia.
Incoraggiare l’apprendimento continuo
Si parla di percorsi di apprendimento flessibili e accessibili per tutte le fasi della carriera lavorativa. Il relatore menziona partnership e corsi a basso costo o gratuiti come strumenti per estendere l’alfabetizzazione sull’IA a una platea più ampia.
Istituire un sistema di certificazioni affidabile
Il report sottolinea l’importanza di sviluppare credenziali standardizzate e riconosciute per l’IA. Questo consentirà alle aziende di valutare meglio le competenze dei lavoratori e allineare l’istruzione alle esigenze in continua evoluzione del mercato. Le partnership pubblico-private saranno essenziali per raggiungere questo obiettivo.
Il relatore ha concluso richiamando l’attenzione sulla necessità di azioni concrete e collaborative per affrontare il divario di competenze, invitando educatori, imprese e governi a unire gli sforzi per preparare la forza lavoro al futuro digitale.
Qui di seguito i punti salienti del keynote
Nonostante l’adozione globale di soluzioni basate sull’intelligenza artificiale stia aumentando rapidamente, una carenza di competenze specifiche continua a rappresentare un grave ostacolo. Il report evidenzia come sia necessario creare percorsi educativi mirati per attrezzare lavoratori e imprese a fronteggiare le trasformazioni del mercato del lavoro.
L’adozione dell’IA: potenziale e sfide
L’intelligenza artificiale potrebbe incrementare la produttività globale fino all’1,5% all’anno, generando una crescita economica significativa. Secondo le previsioni, entro il 2030 circa 729 milioni di persone utilizzeranno strumenti di IA, rispetto ai 314 milioni di oggi. Inoltre, oltre l’83% delle attività lavorative sarà influenzato dall’IA, con più del 60% dei compiti che verranno potenziati piuttosto che completamente automatizzati.
Tuttavia, uno dei principali problemi resta il cosiddetto “mismatch” delle competenze, che colpisce circa il 50% della forza lavoro nei sei paesi analizzati (Francia, Germania, Italia, Giappone, Stati Uniti e Regno Unito), con un picco del 60% nel Regno Unito. Molti lavoratori non possiedono ancora le competenze tecniche necessarie per adattarsi a ruoli guidati dall’intelligenza artificiale.
Formazione e percorsi educativi: una priorità urgente
Il report stima che oltre 450 milioni di lavoratori dovranno acquisire nuove competenze entro il 2030, di cui 43 milioni solo nel Regno Unito. Più di 136 milioni di persone si affideranno a percorsi educativi alternativi, come corsi online e certificazioni digitali. Tuttavia, il 22% dei nuovi corsi universitari in IA introdotti tra il 2017 e il 2023 si concentra ancora esclusivamente su discipline STEM (scienze, tecnologia, ingegneria e matematica) ed economia, trascurando campi come le scienze sociali, le arti e le scienze della salute, che saranno anch’essi profondamente trasformati dall’IA.
Le dichiarazioni dei protagonisti
Lorenzo Tavazzi, Senior Partner e Responsabile Scenari e Intelligence di TEHA Group, ha sottolineato:
“L’intelligenza artificiale ha il potenziale per ridefinire il futuro del lavoro. Tuttavia, per realizzare questi benefici è necessaria un’approccio globale alla formazione e allo sviluppo delle competenze, affinché nessuna fascia della società venga esclusa.”
Justina Nixon-Saintil, Vicepresidente e Chief Impact Officer di IBM, ha aggiunto:
“La collaborazione tra scuole pubbliche, università, college comunitari, enti non profit e governi è essenziale per ampliare l’accesso all’educazione sull’IA e ridurre il divario di competenze. Guardando al 2025, sappiamo che una forza lavoro qualificata è vitale per sbloccare il pieno potenziale dell’IA. Per questo motivo ci impegniamo a formare 2 milioni di persone entro il 2026. Il report evidenzia l’importanza di ampliare le nostre collaborazioni e invitiamo altre realtà a unirsi a noi in questo sforzo cruciale.”
L’evento ha ribadito l’importanza di un’azione congiunta per sfruttare al meglio le opportunità offerte dall’intelligenza artificiale, creando una forza lavoro preparata e capace di affrontare le sfide del futuro.