Nascono i nuovi campus dell’istruzione tecnico-professionale

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Redazione EduCorp

Pubblicato il

05/06/2025
BlogDecreti, Dipartimentali, Normativa

Un nuovo tassello si aggiunge al piano di rilancio dell’istruzione tecnico-professionale italiana. Il Ministero dell’Istruzione e del Merito ha pubblicato un avviso rivolto alle Regioni per finanziare la progettazione di fattibilità tecnico-economica dei campus legati alle cosiddette filiere formative tecnologico-professionali. In parole semplici: si mettono le basi per costruire, o potenziare, dei veri e propri hub dell’istruzione tecnica, pensati come poli integrati tra scuola, lavoro e alta formazione.

L’obiettivo: progettare prima di costruire

Le risorse disponibili ammontano a 15 milioni di euro, da destinare esclusivamente alla redazione dei progetti preliminari, detti PFTE (progetti di fattibilità tecnico-economica). Ogni Regione potrà presentare una sola candidatura per un campus, pena l’esclusione delle eventuali proposte aggiuntive. Il termine ultimo per inviare la domanda è fissato alle 23:59 del 15 settembre 2025, tramite posta elettronica certificata.

I progetti saranno valutati da una commissione mista Ministero-Regioni, che stilerà una graduatoria nazionale in base a criteri ben precisi: qualità dell’integrazione urbana, dotazioni aggiuntive offerte (alloggi, mense, laboratori, spazi culturali e per l’autoimprenditorialità), capacità di attrazione di finanziamenti privati, e sinergia tra i partner coinvolti.

Che cos’è una “filiera formativa tecnologico-professionale”?

Dietro il nome un po’ tecnico si nasconde un modello di formazione integrato che collega scuole superiori (soprattutto tecnici e professionali), percorsi di Istruzione e Formazione Professionale (IeFP), Istituti Tecnologici Superiori (ITS Academy), e anche università o istituzioni AFAM (alta formazione artistica, musicale e coreutica). Il tutto con il coinvolgimento attivo di imprese, enti locali e soggetti privati.

L’idea è quella di creare percorsi formativi verticali e coerenti, capaci di guidare gli studenti dalle scuole superiori fino a una qualifica altamente spendibile nel mondo del lavoro, passando per laboratori, tirocini e formazione sul campo.

Campus come reti (e come edifici)

I campus non saranno solo una rete tra enti, ma anche luoghi fisici. La dotazione minima prevede una sede in cui siano presenti istituti scolastici e ITS Academy, con laboratori condivisi. Ma si punta anche più in alto: tra le dotazioni “aggiuntive” ammissibili figurano residenze per studenti, spazi culturali, aree per lo sport e coworking, mense, biblioteche e perfino esercizi commerciali. Insomma, piccole cittadelle della formazione, connesse con i territori e aperte anche al mondo delle imprese.

Le regole per candidarsi

Le Regioni interessate dovranno allegare alla candidatura:

  • un Documento di indirizzo alla progettazione (DIP) con tutti i dettagli tecnici e urbanistici del progetto;
  • una dichiarazione sulla disponibilità dell’area per almeno 25 anni e sulla sua compatibilità edilizia;
  • la descrizione delle dotazioni minime e aggiuntive del campus;
  • l’accordo di rete con tutti i partner pubblici e privati;
  • un impegno al cofinanziamento da parte dei soggetti privati;
  • un piano sulla selezione del soggetto esecutore degli interventi;
  • l’indicazione puntuale dei costi della progettazione.

I progetti selezionati dovranno essere completati e trasmessi al Ministero entro il 31 maggio 2026.

Una nuova idea di scuola

Quello che si delinea è un nuovo modello di scuola, sempre più connesso con il mondo reale e con le esigenze produttive dei territori. Non solo aule e cattedre, ma spazi condivisi, laboratori tecnologici, relazioni stabili tra formazione e imprese. Una scuola che guarda lontano, ma parte dalle fondamenta: quelle, per l’appunto, da progettare.

Questo avviso ne è il primo mattone. Per ottenere maggiori informazioni in merito, collegarsi direttamente a questo link.

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